Accademia Kremmerziana Napoletana

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LA PREGHIERA

Il brano che riproduciamo fa parte dell’appendice all’Opera Omnia di G. Kremmerz ed è stato preparato da Hahajah interpolando sue considerazioni nelle parole di Kremmerz

L’abitudine alla preghiera è un metodo pratico per la messa in libertà del corpo lunare. I rosari, per esempio, e le loro lunghe recitazioni interminabili, nelle quali la bocca si apre e si chiude meccanicamente pronunziando le parole con la stessa cadenza, distraggono la mente; e il corpo, per l’azione meccanica del suono, cade in uno stato di dormiveglia. Colui il quale prega, esprime, formula, modella la sua anima animale in conformità dello stato a cui aspira, fino alla sua immedesimazione con lo stato stesso e cioè fino a far compiere, per mezzo della plasticità del suo corpo lunare, il miracolo che appetisce.

Uno dei mezzi meccanici atti a impressionare il corpo lunare è la parola e, in determinate condizioni, basta una parola a liberarti da un’ossessione e una parola per compiere il più grande miracolo: la condizione più propizia alla sua efficacia è la preghiera, perché nella preghiera le parole sono pronunziate in uno stato particolare di animo o di modellatura del corpo lunare e recano in sé l’idea che si vuol realizzare in uno stato di prima materializzazione, avvivato da un atto di potente compenetrazione immaginativa. La preghiera è tanto più efficace quanto più la parola e il suo meccanismo fonico rispondono alla esplicazione dell’idea.

Parola, nel senso magico, è il suono articolato col perfetto accordo armonico del pensiero concreto. La parola di cui si conosce il valore completo è già il frutto di cogitazioni degli uomini precedenti: quindi risveglia o idee addormentate nell’occulta coscienza di chi le pronunzia o dà l’idea che l’uomo non ha concepito abbastanza chiaramente da poterla rendere plastica, cioè di sicura obiettivazione. La parola, pronunziata con valore magico, crea, distrugge o modifica: Ha proprietà di rapidamente o lentamente raggiungere il suo scopo. La parola, per sé, dovunque e comunque pronunciata, è un atto di creazione ed è la base di tutta la prima magia.

Virtù della parola è la manifestazione generativa della volontà nella psiche di chi la pronuncia e l’ascolta.

Questa virtù spirituale, che dà vita alle idee espresse e volute, si ottiene per ascetismo in religione, per iniziazione in magia operante.