Accademia Kremmerziana Napoletana

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LA FORZA NELL’UOMO
(Dagli scritti di Kremmerz)
(Riduzione e adattamento a cura della redazione)

Esiste nell’uomo una forza che può fare miracoli, che è stata variamente denominata. Ha cinque o sei nomi: forza psichica, forza nervea, forza elettro-biologica, iper-magnetismo, ecc.

Essa si manifesta in vari modi, cioè produce fenomeni variati.

La possiedono anche gli animali e le piante. Non è dono di alcuni individui ma retaggio di tutti.

Chi l’ha più, chi meno sviluppata. Si compone di diversi stati. Con l’allenamento può aumentare a somiglianza di quanto avviene negli atleti che dal sollevamento di un peso di un chilogrammo arrivano a sollevarne uno di dieci, poi uno di cinquanta, uno di cento e così via.

Il ginnasta può sollevare tanto un sacco di carbone di dieci chili quanto una balla di zucchero dello stesso peso: l’uomo si può allenare a sollevare ciò che è sporco o ciò che è puro. E’ meglio sollevare lo zucchero.

La forza psichica può essere adoperata indifferentemente per il BENE oppure per il MALE. Io credo che nelle infinite sue utilizzazioni sia preferibile applicarla al sollievo della umanità sofferente.

Ognuno di noi ha facoltà diverse: chi può esteriorizzare la sua forza in un modo, chi in un altro, (...) ma tutti possono arrivare, mediante l’allenamento, a fare qualcosa. (...)

In questo scritto io intendo non già che si prenda la via mistica, ma che si esperimenti nel senso scientifico e non intendo nascondere quel che facciamo, ma voglio che ciò che insegno sia noto a tutti.

La scienza che tratta della forza e della unità della materia e che mette l’operatore in relazione con la Legge universale è chiamata MAGIA. Io non trovo altro nome più adatto per designarla. La Magia comprende lo spiritismo, il magnetismo, l’astrologia, l’alchimia e altre discipline.

Lo Spiritismo, nelle sue pratiche, fa uso di persone che dicono aver la potestà di mettersi in comunicazione tra questo e l’altro mondo e perciò vengono chiamati medium (= mediani). In italiano non esiste una parola da sostituire a medium. I medium si potrebbero chiamare sensitivi.

E’ indispensabile chiarire in ciò che noi differiamo dal modo di pensare degli spiritisti in quanto essi parlano di spiriti di morti con i quali ritengono di mettersi in relazione.

Ciò che ha avuto morte è morto.

La pianta cresce, fiorisce, getta il seme in terra e poi dissecca e muore. Quella pianta non rivive più ma il suo seme – caduto in terreno fertile – germina e si trasforma in una nuova pianta che, a sua volta, muore.

L’uomo si può mettere in comunicazione con il mondo invisibile in due maniere differenti.

Il mistico entra in relazione con la universale Legge mediante la concentrazione, la meditazione e l’estasi.

Questo metodo non è il nostro.

Il mago comunica con il mondo occulto mediante le pratiche, cioè con i riti e le preghiere. Con tale sistema egli trasvola il piano materiale e va a metter capo al piano o alla zona superiore nella quale stanno esseri diversi da noi. Questo è il nostro metodo che richiede un allenamento più o meno lungo. (...)

Esistono o no delle forze interne nell’uomo? Esistono o no delle facoltà occulte nell’uomo? Se sì, ebbene, allora bisogna coltivarle, bisogna esercitarle.

Esse devono essere esercitate con metodo, cioè mediante un allenamento progressivo e graduale. Questa proprietà la hanno tutti gli uomini. Però se noi dicessimo che tutti la possediamo nello stesso modo, diremmo cosa inesatta. Così noi, per esempio, non possiamo dire che tutti gli uomini sollevano un peso di centoventi chili, perché vi è chi ne è capace e chi – la generalità – solleva un peso molto inferiore.

Dunque gli uomini sono differentemente dotati di forza psichica. Questa è la loro eredità, per la quale non si deve intendere quella avuta dal padre o dalla madre, perché quest’ultima eredità ha carattere secondario.

Insegna Kremmerz che il bambino che nasce ha il proprio nucleo vitale dotato di forza psichica che gli viene dalle umanazioni anteriori, cioè nucleo che è l’eredità avuta da se stesso, la quale varia a seconda delle prove anteriormente subite o della volontà più o meno esercitata. A questa eredità propria si unisce, in piccola misura, la forza psichica proveniente dal padre e dalla madre: cioè in una quantità tale che non è capace di modificare sostanzialmente la tonalità del nucleo vitale. Se così non fosse, spiega sempre Kremmerz, come si spiegherebbe allora, per esempio, che da due genitori spregiudicati nasce talvolta un bambino religioso, un bambino – cioè – che ha spiccate tendenze morali assolutamente diverse da quelle dei genitori? Ed egli le sue tendenze le sviluppa malgrado l’opposizione dei suoi educatori.

Nell’essere umano, al di dentro della forma carnale, vi è dunque il nucleo vitale che è il sostrato delle vite anteriori.

E’ questo nucleo che noi dobbiamo perfezionare, che dobbiamo coltivare, educare. Questo nucleo è l’anima, anima che gli antichi variamente simbolizzavano: gli Egizi la rappresentavano mediante un uccello, i cristiani a mezzo di un pesce. Perché il pesce? Perché il pesce sale dal fondo del mare alla superficiedell’acqua e poi di nuovo discende dalla superficie al fondo.

L’Ictus, il pesce, è il simbolo del Cristo, cioè del Verbo incarnato negli uomini. (...)

L’uomo è dotato, dunque, di un nucleo vitale che ha delle proprietà: di queste proprietà si sono occupate e si occupano le scuole ufficiali di psicologia, ma con risultati bambineschi e da far ridere. Difatti gli esperimenti di psichismo che si eseguono nelle Università sono eseguiti oggettivamente, cioè esteriormente all’essere umano. Essi inoltre sono indicati quali prove di assiomi premessi che hanno per base la filosofia e non la pratica. Sì che lo studio della psiche umana non ha fatto – ufficialmente – che lievi progressi, mentre è uno studio antichissimo che venne coltivato nelle università templari, nelle Accademie medievali e che lo è nelle società esoteriche del giorno d’oggi. Tale studio è, però, da queste ultime seguito con metodo diverso da quello della scienza ufficiale, cioè con metodo soggettivo, vale a dire che lo studioso studia se stesso. Dopo di noi, la scienza ufficiale s’impadronirà del nostro metodo, ma non potrà trovare la chiave.