Accademia Kremmerziana Napoletana

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MAGIA CERIMONIALE

 

  La differenza tra il sognare (vita onirica) e la vita reale di tutti i giorni è che il primo non incide sulla realtà lasciando tracce oggettive, bensì può solo modificare in modo palese o occulto la realtà soggettiva di colui che sogna.
  Per costui però la vita onirica e quella reale di tutti i giorni possono avere una stessa valenza se non addirittura a volte è la prima ad acquisire un’importanza primaria.
  Le stesse considerazioni vanno poste per le esperienze allucinatorie che si differenziano dal sognare in quanto sono da confinare in quelle particolari condizioni umane di alterazione dello stato di coscienza dovute a ben definite patologie organiche o a induzione voluta. In ogni caso il ruolo svolto dall’individuo che è al centro del sistema fenomenico è quello di protagonista principale laddove tutto ciò che lo circonda è esistente in maniera concreta fino a che lui lo voglia.
  La domanda da porsi è allora se il sogno, la preghiera intensamente vissuta ed effettuata con trasporto, il pensiero proiettato della mente e la pratica della magia cerimoniale possono da soli o in combinazione tra loro, determinare corrispondenti e reali modificazioni nella vita di tutti i giorni.
  L’esperienza onirica è una esperienza psichica e come tale deve essere considerata nella sua potenzialità di determinare e condizionare eventi comuni della vita dell’essere umano che sogna.
  Nel momento in cui il mago traccia un circolo attorno a sé e si rinchiude in se stesso e diviene impenetrabile a qualsiasi influsso psicologico (astrale), riassume e mima attraverso tale operatività l’atteggiamento del religioso che nel chiuso del suo convento e avvolto nella sua tonaca, confida in Dio la propria incolumità e la propria forza. Ernesto De Martino nel suo interessantissimo

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saggio Sud e Magia giustamente osserva, alludendo alle pratiche spicciole di sortilegi e magia presenti in molti contesti rurali dell’Italia meridionale, che “non si deve dimenticare che questa “magia”  è almeno mediatrice di valori cristiani, sia pure in modo estremamente angusto ed elementare…”  

 

Allo stesso modo quando il mago traccia le cifre e i segni e recita il salmo o il grimoire o invoca il genio
  dentro di sé per realizzare il suo obiettivo, sicuro dell’efficacia del suo operare, non compie su un piano affatto metastorico e culturale ciò che fa  il religioso cattolico quando recita il rosario sgranando la corona tra le sue dita oppure il prete cattolico che officia la messa? (Pur ammettendo la immensa e incolmabile distanza culturale esistente tra i due aspetti).
  Nessuna differenza vi è tra la formulazione delle intenzioni, nessuna differenza tra l’operatività gestuale e il supporto di corredi (vestiario, digiuni, ore del giorno, profumi, arredi,  etc.) in quanto ciò che si fa viene a determinare nella mente dell’operatore officiante e di coloro che partecipano al rito uno stato metafisico che porta a credere certo il risultato di ciò che viene richiesto.
  Ma allora il paganesimo presente nel modus operandi della magia cerimoniale deve essere messo  sullo stesso piano di qualsiasi prassi cerimoniale tipica delle grandi religioni moderne?
  Ad una prima considerazione si dovrebbe rispondere di sì. Anzi una risposta affermativa trova anche la sua logica se si pensa che, per esempio,  non tutto, ma molto delle religioni antiche pagane è stato traslato attraverso i vari concili, nell’apparato statuario, edificatosi nel corso di secoli, di dottrine e cerimoniali del cristianesimo moderno.

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  Eppure a ben vedere gli aspetti dottrinari di base che sottendono i formalismi dei cerimoniali e gli atteggiamenti, le gestualità e i simbolismi spesso ben chiari e comprensibili (per gli addetti ai lavori) che sono alla base delle religioni  (moderne o antiche che siano) e della magia moderna (kremmerzianesimo in particolare), sono ben diversi nel loro significato più intimo, perché la visione della vita e dell’essere umano che si ha nell’un caso e nell’altro sono profondamente diversi.
  Una tale diversità sostanziale che induce a porre le basi per una comprensione destorificata e filosofica degli aspetti esistenziali di magia e religione per essere efficacemente analizzata deve però necessariamente partire dallo studio di quell’importante movimento culturale europeo che fu il Rinascimento attraverso le opere di eminenti cultori quali Burckhardt, Cassirer, De Ruggero, Garin, Yeats ed altri.(continua)