Accademia Kremmerziana Napoletana
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SULLA TRADIZIONE ERMETICA E SUA TRASMISSIONE
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La “Tradizione Ermetica” nel senso particolare attribuitole dal Medioevo e dalla
Rinascenza, consisteva in un insegnamento segreto di natura culturale e,
contemporaneamente, pratica, operativa, comunicato -attraverso un linguaggio simbolico,
giochi di parole ed allegorie- dai Greci agli Arabi e, da questi, pervenuto all’Occidente.
Non è una corrente “mistica” ma trattasi di una scienza concreta nella quale la
reintegrazione della natura dell’individuo è una realizzazione non soltanto morale ma
effettiva e (quasi) fisica, tanto da conferirgli certi poteri sovranormali sempre, però,
nell’ambito circoscritto dalle Leggi universali.
Appunto questi risultati hanno consigliato i Saggi di ogni epoca, ad occultare i
procedimenti sia per evitare dannose prevaricazioni da parte degli indegni od impreparati,
sia per evitare i sospetti di eresia con le conseguenti condanne e persecuzioni da parte
del potere dominante. Tuttavia una tradizione Ermetica si è diffusa non soltanto in
Occidente, da almeno quindici secoli, ma anche in Oriente.
La presente trattazione non ha certamente l’ambiziosa quanto assurda pretesa di
convincere chi non ha la disposizione psichica necessaria per percepire e recepire -
correttamente- cognizioni che possono sembrare contraddittorie o difformi da quelle
elargite dalla società o dall’ambiente in cui si vive, ma si propone di presentare dei punti di
riferimento e delle direzioni di marcia per la conquista, già durante la vita terrena, della
conoscenza di un mondo superiore.
Il punto limite di questo cammino iniziatico viene, appunto, nella tradizione
Ermetica, configurato nell’Iniziato o Adepto il cui spirito -attraverso una progressiva
maturazione raggiunta per tale via- sia pervenuto non alla condizione di sopravvivenza -
che il pensiero religioso scambia per immortalità-ma alla vera e propria immortalità che è
una certezza acquisita, non una possibilità aleatoria.
Ora, l’iniziazione propriamente detta -che alcune Istituzioni tradizionali “regolari”
conferiscono- consiste essenzialmente nella trasmissione, ad individui particolarmente
disposti, di tale influenza spirituale.
A questo intento mirano le cosiddette “catene iniziatiche” tendenti a conquistare, e
mantenere perennemente, uno sviluppo trascendentale di tali energie, adeguandole alle
mutevoli condizioni sociali del tempo.
Di queste “catene” si parlerà più particolarmente in seguito; per ora preme mettere
in evidenza che una trasmissione regolare e qualificata è necessaria e sufficiente affinchè
i riti -che richiamano energie, Entità psichiche di ordine superiore, compresi quelli religiosiconseguano
la finalità per la quale vengono compiuti.
A questo punto, però, occorre fare una distinzione fra una Organizzazione
tradizionale “exoterica” ed una “esoterica”. Generalmente viene chiamata “exoterica” una
associazione di individualità aperta nel senso che raccoglie tutti, indistintamente, i seguaci
di un determinato indirizzo psichico mentre quella “esoterica” costituisce una “élite”
riservata di quei praticanti dotati di attitudini animiche, raggruppati dalla volontà di studiare
ed approfondire la ricerca della causa di manifestazioni che emergono, in determinate
situazioni, dal proprio subcosciente.
Affinchè i riti, compiuti da queste Organizzazioni, avviano una certa validità occorre,
però, che in essi sia presente spiritualmente -e vi eserciti un continuo ed attivo dominiouna
Entità spirituale tradizionale “non umana”.
Successivamente, col concorso delle conoscenze che si sono acquisite, nel campo
della Scienza moderna, in una zona più specificatamente spirituale, si potranno avere
conferme di queste “presenze” che una certa forma di misticismo attribuisce a personaggi
leggendari di epoche remote.
La considerazione che alcuni riti, quelli della “iniziazione” abbiano origine “non umana” -
come sopra si è detto- può trovarsi in contraddizione col fatto che essi vengano praticati
da “esseri umani” pur avendone avuto regolare investitura da altri esseri umani. Questo
può essere giustificato ove si tenga conto che l’individuo, che conferisce l’iniziazione,
opera, in quel momento, con i suoi elementi animici e non agisce in quanto individuo, ma
in quanto supporto di una carica spirituale, avente origine sovrannaturale, emanata da una “stazione trasmittente” particolarmente predisposta a tale funzione. Dal che si deduce
l’importanza della continuità della “catena” iniziatica di cui ogni proselite è un anello, e che
ha origini storiche risalenti alle antiche fonti di spiritualità non ancora contaminate dalla
degenerescenza di una certa società vittima del cammino discendente del cielo umano.
Qualche illuminato autore di studi esoterici, come il GUENON, parlando appunto del “carattere trascendente di tutto ciò che è tradizionale” rileva che la trasmissione dei
princìpi di ordine spirituale, dovendo far capo ad uno stato anteriore, immune dal “peccato
originale” non può che avvenire nel “senso verticale”, partendo dai princìpi stessi, ossia dal
vertice, per irradiarsi alla base, costituita dalla condizione umana, dalla quale la pratica
alchimica dovrà ricondurla alla fonte per chiudere, così, il ciclo evolutivo.
Quindi, solo con questo procedimento, ossia ripristinando e collegandosi allo “stato
primordiale” l’uomo può elevarsi, effettivamente, agli stati superiori, realizzando un “ritorno
alle origini”.
Tale trasmissione “verticale” è, d’altra parte essenzialmente “atemporale” in quanto
nell’individuo la percezione di queste sensazioni avviene in un baleno, come si riscontra in
tutti i fenomeni dello spirito per i quali, come dice la Scienza, si propagano con velocità
anche superiori a quella della luce che sono dell’ordine di 300.000 chilometri al secondo.
Qui entriamo nel regno dello spirito, regno che è stato esplorato e notomizzato nei
laboratori fisici solo recentemente dalla Scienza moderna la quale oggi è arrivata a
confermare, con le sue conclusioni, la prodigiosa intuizione degli Illuminati e dei Saggi nei
secoli scorsi.
Infatti -come si è avuto l’occasione di esporre in precedenti scritti- lo scienziato e
filosofo J.E. CHARON nelle sue ricerche sulla struttura delle particelle elementari della
Materia, ha potuto accertare che alcune di queste particelle racchiudevano uno spazio ed
un tempo dello Spirito, coesistente con lo spazio ed il tempo conosciuti dalla Fisica, nella
evoluzione della Materia. “Mentre noi abbiamo creduto e conosciuto, fino ad ora, il sistema
di uno spazio-tempo semplice, ecco che si scopre un altro spazio-tempo dello Spirito,
combaciante con quello della Materia”.
Una conseguenza, di carattere metafisico, è derivata da questo genere di ricerche
fra cui quella che “il nostro corpo è fatto di particelle che, essendo eterne, dàtano,
praticamente, dall’inizio del mondo. Perciò il nostro Spirito affonda le sue radici in tutte le
vicende e la storia del mondo”.
“Questo Spirito, che noi diciamo “nostro” vive ciò che l’Universo stesso vive;
ciascuno di noi possiede un “Io” coestensivo all’eternità del tempo, nel passato come nel
futuro”.
Proseguendo questa illlustrazione sulle recenti scoperte scientifiche, lo stesso
Autore ci rende noto che “fra tutte le particelle di materia esistenti -sia nel nostro corpo che
in quello cosmico- soltanto “gli elettroni formano una individualità autonoma, dotata di uno
spazio-tempo avente le stesse caratteristiche dello Spirito per cui deveritenersi che siano
portatrici dello Spirito stesso”.
Inoltre, tali elettroni componenti il nostro “Io” pensante -già esistente in passato,
prima della nascita, anche se sotto una forma e specie diversa- fanno parte del D.N.A.
che, come è noto, è invariabile nella cellula genetica da una generazione all’altra e -fra le
altre- ha la proprietà di memorizzare, in un volume di un centimetro cubo, tutta
l’esperienza accumulata dagli esseri viventi vissuti sulla terra.
Gli scienziati di Princeton e Pasadena, attraverso calcoli perfettamente scientifici,
hanno potuto affermare che “vi sono più elettroni in un centimetro cubo di aria, sulla terra,
che stelle nell’Universo e che, essendo eterni, l’uomo, esalando, nell’istante della morte, il
suo ultimo respiro, immette nell’atmosfera miliardi di elettroni il cui D.N.A. ha memorizzato
tutte le vicende della sua vita.
Se ne deduce che anche Cesare -assassinato, come è noto, nell’anno 44 a.C.-
esalando il suo ultimo respiro, emise uno stuolo di elettroni che -secondo le conclusioni dei
suddetti scienziati- stazionano, essendo immortali, nell’atmosfera del nostro pianeta per
un’altezza dell’ordine di cento chilometri attorno alla Terra, per cui noi respiriamo,
attualmente, alcune decine di questi elettroni, in ogni nostra inspirazione.
Ramsete II, faraone egizio che regnò più di tremila anni fa, giace mummificato in
una tomba conservata, come quella di altri faraoni e personalità illustri, nelle Piramidi. Ora,
secondo i suddetti scienziati, sotto i resti in disfacimento della mummia, ci sono,
sicuramente, corpuscoli di materia in grado di rivelare il pensiero della mestà defunta.
Una conferma di quest’affermazione vien data dalle constatazioni fatte da alcuni
piloti di aerei i quali hanno potuto rilevare l’inagibilità e l’inefficienza di alcuni strumenti
elettro-magnetici nel sorvolare le Piramidi egiziane, il che dimostra l’esistenza, in quei
monumenti, di un campo magnetico le cui onde possono interferire con quelle degli
strumenti dei velivoli.
E’ lecito quindi dedurre, dopo queste scoperte scientifiche, che le energie degli
elettroni di illustri personaggi storici, pensatori, illuminati, scienziati insigni, fondatori di
religioni, malgrado i secoli trascorsi dalla loro morte, siano ancora presenti nei resti
corporei conservati in grandiosi monumenti, ed è altresì probabile che milioni di essi,
portatori dello spirito di tali individualità eccelse, siano usciti dai loro corpi, superando ogni
ostacolo -come quello delle loro custodie e dei muri dei loculi- ristagnando nell’aria che
respiriamo, o che siano emigrati in altri pianeti.
A questo punto sorge il problema di quali possibilità abbiamo, noi mortali, per
comunicare con lo spirito degli elettroni cosmici o di altri individui simili a noi, ed è sempre
la Scienza moderna a farci conoscere i poteri psichici dell’elettrone e le caratteristiche di
tali poteri. Essa ci fa apprendere che, fra questi poteri, vi è, appunto, la facoltà della
comunicazione “a distanza” degli elettroni, il che consente di rendere attuabile il
collegamento, in ogni momento ed in qualunque punto della Terra, con i Geni tutelari di
ogni Istituzione o Tradizione religiosa ed Iniziatica.
A questo riguardo le nuove scoperte della Scienza ci dicono che gli elettroni dei
partecipanti a cerimonie o ritualità, uniti da un ideale comune, possono (anche se
inconsapevolmente) attraverso pratiche rituali ed usando il linguaggio del simbolismo,
richiamare gli elettroni delle antiche Individualità spirituali indicendole ad intervenire, in
astrale, alla ritualità, promuovendone la vitalità psichica, ispirandone le concezioni
dottrinarie ed orientandone gli atti.
Attraverso questo ritualismo viene, quindi, a compiersi una vera e propria
operazione di sintesi fra gli elettroni “cosmici” e quelli dei partecipanti formanti una catena
che, in proporzione alla potenzialità numerica ed a quella psichica, individuale, acquista
maggiore o minore capacità magnetica di attrazione o di proiezione. Il catalizzatore di
questa operazione di sintesi è l’indispensabile fuoco di Amore, di quell’Amore che
costituisce il legame spirituale della Fratellanza (proclamata nel trinomio Massonico) e che
viene bandito nei pulpiti dei Templi Cristiani.
Esaminiamo ora le ragioni per le quali, nell’intraprendere nuove iniziative od
indirizzare verso un certo tipo di “umanesimo” nuove Organizzazioni od Istituzioni, i Saggi
consigliano di non allontanarsi dalla “tradizione” almeno per quanto ha attinenza
all’essenza o struttura spirituale di base.
Tale suggerimento è fondato sul criterio che gli “eoni” (elettroni dotti) della
tradizione, provenendo dalle origini, sono dotati di provata esperienza accumulatasi nei
secoli e memorizzata dal loro D.N.A., per cui presentano valide attitudini di stabilità dei
loro ordinamenti.
Gli stessi “eoni” di non altrettanta sicurezza possono disporre in situazioni diverse
delle normali consuetudini in quanto occorre loro un certo lasso di tempo per decidere se
un procedimento innovativo sia idoneo all’evoluzione spirituale e quindi per interdirla o
meno alla società umana.
Questa ragione sembra confermare la saggezza dell’antico motto dei Gesuiti del
“Festina lente” sempre attuale in tutte le vicende umane.
MELAHEL
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